domenica 6 novembre 2016

Aquileia, “la città sul fiume”



Secondo un’ipotesi condivisa dalla maggioranza degli  studiosi, sembra che il nome della città abbia le sue radici in “Akilis”, un termine preromano di origine celtica, indicante il fiume “[...] che probabilmente diede origine al nome di Aquileia [...]”. La base del nome dovrebbe essere il termine “wara” (“acqua”), che sarebbe, appunto, la radice del toponimo Aquileia, derivante da “Aquilis”, il nome di un corso d'acqua che si riscontra anche in altre regioni, fra cui l'Istria” (Il territorio di Aquileia nell'antichità).

Qualcuno  ha tuttavia suggerito l’idea che  il nome possa derivare dall'aquila “che le legioni romane portavano come insegna” ( G. Geromet). In ogni caso,  la prima ipotesi sembra molto più verosimile, in quanto si basa sulla topografia del luogo, per cui Aquileia significherebbe “ Città del (o sul)  fiume Aquilis”. A questo proposito,  E. Campanile sottolineò  il fatto che l'idronimo “Aquilis” trova un buon confronto con il termine sloveno “vup-”, che significa “fiume”.

 Le motivazioni che spinsero i Romani a fondare una città in quel luogo furono molteplici, ma la più importante era data dalla più facile  difesa della cosiddetta  “Via dell’ambra”,  che collegava il mondo transalpino con il mare e la zona carsica, o “porta orientale”, che poteva essere soggetta a invasioni provenienti da Est.  Nel 181 d.C. fu pertanto dedotta una colonia di diritto latino (ovvero, città con un proprio senato, ma dipendente in politica estera da Roma), in cui fu subito trasferito un cospicuo numero di soldati romani con le loro famiglie.  Aquileia era situata sulle rive del fiume “Natissa”, l'antico  “Akulis”, che le corre sul lato sinistro, fungendo da fortificazione naturale, e che era un tempo navigabile, come dimostra la presenza del porto collegato alla Via dell’ambra. Inoltre la città costituiva il punto centrale di tre importanti vie di comunicazione terrestre: la Via Postumia, che partiva da Genova, la Via Annia, proveniente da Padova, e la Via Popilia, che partiva a Rimini.

In età augustea, Aquileia fu capitale della X Regio, Venetia et Histria. Fu questo il momento più fiorente della città, che fu totalmente rinnovata con la costruzione di imponenti edifici nei luoghi pubblici. La vita di Aquileia si rivelò comunque  molto difficile, proprio per la sua caratteristica di città di frontiera.  Infatti, nel 169 d. C. fu invasa dai primi barbari provenienti dal nord-est, i Quadi ed i Marcomanni.

 Ma Aquileia subì il colpo finale da Attila, il quale, nel 452,  scese in Italia e mise a ferro e fuoco la città.  Da questo momento in poi Aquileia fu devastata da continue invasioni, tra cui l’ultima quella longobarda, dopo la quale il Patriarca e gli abitanti si spostarono a Grado. La città in epoca romana ebbe una fiorentissima vita economica, e non per nulla era definita l’ “emporio d’Italia”: era  dotata di foro, anfiteatro, circo, teatro e svariate terme piccole e grandi. Le Grandi Terme di Aquileia sono tuttora oggetto di scavi, i cui resti sono visibili al Museo della città.

Fonti:

AA.VV., “Centro di antichità alto-adriatiche”, in Il territorio di Aquileia nell'antichità, Arti Grafiche Friulane, 1979,  p. 126.

E. Campanile, Rapporti linguistici e cultuali tra i popoli dell'Italia antica, Giardini, 1991, p. 74.

G. Geromet, “Aquileia, la grande metropoli Romana”, Fondazione della Società per la conservazione della Basilica di Aquileia, 1996,  p.16.




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