Secondo
un’ipotesi condivisa dalla maggioranza degli
studiosi, sembra che il nome della città abbia le sue radici in “Akilis”,
un termine preromano di origine celtica, indicante il fiume “[...] che
probabilmente diede origine al nome di Aquileia
[...]”. La base del nome dovrebbe essere il termine “wara” (“acqua”), che
sarebbe, appunto, la radice del toponimo Aquileia, derivante da “Aquilis”, il
nome di un corso d'acqua che si riscontra anche in altre regioni, fra cui
l'Istria” (Il territorio di Aquileia
nell'antichità).
Qualcuno ha tuttavia suggerito l’idea che il nome possa derivare dall'aquila “che le
legioni romane portavano come insegna” ( G. Geromet). In ogni caso, la prima ipotesi sembra molto più verosimile,
in quanto si basa sulla topografia del luogo, per cui Aquileia significherebbe
“ Città del (o sul) fiume Aquilis”.
A questo proposito, E. Campanile
sottolineò il fatto che l'idronimo
“Aquilis” trova un buon confronto con il termine sloveno “vup-”, che significa
“fiume”.
Le motivazioni che spinsero i Romani a fondare
una città in quel luogo furono molteplici, ma la più importante era data dalla
più facile difesa della cosiddetta “Via dell’ambra”, che collegava il mondo transalpino con il
mare e la zona carsica, o “porta orientale”, che poteva essere soggetta a
invasioni provenienti da Est. Nel 181
d.C. fu pertanto dedotta una colonia di diritto latino (ovvero, città con un
proprio senato, ma dipendente in politica estera da Roma), in cui fu subito
trasferito un cospicuo numero di soldati romani con le loro famiglie. Aquileia era situata sulle rive del fiume
“Natissa”, l'antico “Akulis”, che le
corre sul lato sinistro, fungendo da fortificazione naturale, e che era un
tempo navigabile, come dimostra la presenza del porto collegato alla Via
dell’ambra. Inoltre la città costituiva il punto centrale di tre importanti vie
di comunicazione terrestre: la Via
Postumia, che partiva da Genova, la Via
Annia, proveniente da Padova, e la Via
Popilia, che partiva a Rimini.
In età
augustea, Aquileia fu capitale della X
Regio, Venetia et Histria. Fu questo il momento più fiorente della città,
che fu totalmente rinnovata con la costruzione di imponenti edifici nei luoghi
pubblici. La vita di Aquileia si rivelò comunque molto difficile, proprio per la sua
caratteristica di città di frontiera.
Infatti, nel 169 d. C. fu invasa dai primi barbari provenienti dal
nord-est, i Quadi ed i Marcomanni.
Ma Aquileia subì il colpo finale da Attila, il quale, nel 452, scese in Italia e mise a ferro e fuoco la
città. Da questo momento in poi Aquileia
fu devastata da continue invasioni, tra cui l’ultima quella longobarda, dopo la quale il Patriarca
e gli abitanti si spostarono a Grado. La città in epoca romana ebbe una
fiorentissima vita economica, e non per nulla era definita l’ “emporio
d’Italia”: era dotata di foro,
anfiteatro, circo, teatro e svariate terme piccole e grandi. Le Grandi Terme di
Aquileia sono tuttora oggetto di scavi, i cui resti sono visibili al Museo
della città.
Fonti:
AA.VV.,
“Centro di antichità alto-adriatiche”, in Il
territorio di Aquileia nell'antichità, Arti Grafiche Friulane, 1979, p. 126.
E.
Campanile, Rapporti linguistici e
cultuali tra i popoli dell'Italia antica, Giardini, 1991, p. 74.
G. Geromet,
“Aquileia, la grande metropoli Romana”, Fondazione
della Società per la conservazione della Basilica di Aquileia, 1996, p.16.
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